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Nel 2019 +2,4% trapianti, quasi 4.000 vite salvate

Sanità pubblica Redazione DottNet | 03/03/2020 19:28

L'Italia è divisa in due e rischia l'effetto coronavirus

Continuano a crescere i numeri dei trapianti di organo effettuati in Italia: solo nel 2019 sono aumentati del 2,4% e hanno permesso di salvare 3.813 vite. Numeri che lo rendono il secondo miglior anno di sempre per volumi di attività, dopo il 2017, e che hanno permesso alle liste d'attesa di continuare a ridursi. Ma i no alle donazioni restano ancora tanti e l'Italia resta divisa tra un Nord propenso a donare e un Sud che stenta. Questa la fotografia scattata dal report 2019 del Centro Nazionale Trapianti (Cnt), mentre gli esperti temono "l'effetto coronavirus" per via di un maggior impegno delle terapie intensive. Le infezioni da Covid-19 "potrebbe avere conseguenze anche sulla donazione degli organi, soprattutto nelle regioni più colpite dall'emergenza.

Lo monitoreremo", ha detto Massimo Cardillo, direttore del Cnt, sottolineando però che per quanto riguarda la sicurezza non c'è nulla da temere, perché "su tutti i potenziali donatori viene effettuato il test". Il numero maggiore di trapianti nel 2019 ha riguardato il rene (2.137) seguito dal fegato (1.302), cuore (245) e polmone (153). Grazie a questa crescita i pazienti che attendono un trapianto sono scesi a 8.615, la maggior parte dei quali aspetta un rene. Nello stesso anno sono state però 863 le opposizioni alla donazione rilevate nelle rianimazioni ed espresse dai familiari del paziente deceduto, in aumento dell'1,4%. Grazie al sistema di registrazione collegato alla carta d'identità elettronica, crescono però le dichiarazioni di volontà espresse in vita dai cittadini: nel solo 2019 c'è stato un aumento del 23% rispetto al 2018 e finora oltre 5 milioni hanno dichiarato la loro disponibilità alla donazione.

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Tuttavia, "il dato delle donazioni conferma forti differenze tra Nord al Sud del Paese", ha sottolineato il direttore del (Cnt) Massimo Cardillo, "a fronte di una media nazionale di 23 donatori per milione di persone, si va dai 50 della Toscana agli 8 della Sicilia". Numeri che indicano, ha sottolineato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, "che in alcune aree c'è ancora molto da lavorare per riuscire a trasmettere l'importanza di questo gesto, che è anche una questione di cultura del dono". Nel 2019 sono cresciute del 23,5% anche le donazioni di midollo osseo da parte degli italiani e destinate a pazienti di tutto il mondo. Così come crescono anche i trapianti di midollo effettuati in Italia, che nel 2019 sono stati 859, ovvero +1,3% rispetto al 2018: il numero più alto mai realizzato nel nostro Paese.

Mentre, dopo l'exploit del 2018 ottenuto grazie alla mobilitazione per il piccolo Alex, gli iscritti al registro dei donatori di midollo (Ibmdr) hanno continuato a salire del 6,7% anche nel 2019 e sono oggi 450.000. Numeri, conclude Cardillo, "che parlano di un sistema sempre più in grado di gestire al meglio e velocemente tutti i delicati passaggi che permettono di prelevare, trasportare e trapiantare un organo nella massima sicurezza".

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